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SONIA BARSANTI, VINCITRICE DEL PREMIO MONTAG–POESIA: LA PROFONDITÀ NELLE SUE CONTRADDIZIONI.

Crisalidiè la silloge vincitrice della prima edizione del Premio internazionale Montag per la sezione poesia. Un mosaico di emozioni, mutamenti, di respiri invisibili con la forza necessaria per riempire qualsiasi vuoto. Una silloge che ci è piaciuta – per usare le parole dell’autrice – perché in grado di donare il coraggio di essere fragili

Sonia, dicci qualcosa di te.

Ho 35 anni e mezzo (e un pezzettino) ma non scendiamo troppo nei dettagli. Sono la terza di quattro figli, nata e cresciuta in una città di mare, Viareggio, ma è la montagna che mi ha aiutata a rinascere. Sono zia di tre super nipoti e questo è un ruolo che adoro. Amo gli animali, stare nei boschi, portare sempre con me i libri, preparare dolci, visitare musei… la lista è lunga.

Ho frequentato il liceo classico a indirizzo linguistico e in seguito la facoltà di Scienze dei Beni Culturali all’Università di Pisa. Per laurearmi ho impiegato più tempo del previsto, ma frattempo ho lavorato come commessa in una cartoleria, baby-sitter, aiuto cameriera, addetta alla biglietteria in un museo e svolto volontariato come guardia ecozoofila.

Ho partecipato a diversi premi letterari, talvolta con relative pubblicazioni. Nel 2017 ho pubblicato una prima raccolta di poesie, esperienza di cui però non vado fiera: l’ingenuità, l’inesperienza e l’ignoranza di determinate dinamiche fin troppo diffuse sono state cattive consigliere.

Ho collaborato con collettivi di scrittura, frequentato una scuola di narrazione e un corso professionale per la qualifica di tecnico delle fasi di lavorazione del prodotto editoriale. Tutto per cercare di capirne di più di questo mondo complesso, a volte contorto, e avere a disposizione, nel mio bagaglio, più strumenti tecnici e soprattutto critici per evitare errori. Un breve ma proficuo periodo di stage in una casa editrice mi ha dato modo di assistere e partecipare alle diverse fasi di realizzazione di un libro.

Mi piace lavorare sui testi per ricavarne il meglio. Non ho molta esperienza, ma senz’altro maggior padronanza delle fasi di stesura, scrittura e revisione rispetto a prima.

Tra un progetto e l’altro, lavoro come aiuto pasticciera con il mio compagno nel suo biscottificio artigianale e la scrittura è diventata parte della nostra filosofia aziendale, tanto da indurci a creare intorno al logo un intero mondo fiabesco di avventure e personaggi.

Sto progettando dei laboratori di lettura e scrittura creativa per bambini e per anziani perché credo nel potere delle parole e dell’immaginazione, nella loro capacità di trasformare le persone e, con esse, il mondo.

In dieci parole: perché dovremmo leggere la tua silloge?

Per poter sentire il grido di chi non ha voce.

La tua strada per la scrittura è fatta di…

Di caos e tentativi per cercare di trarre il meglio dal caos “buono”, quello che dà origine alla creatività, alle idee, agli slanci e alla curiosità e nel mentre contrastare gli aspetti del caos “cattivo”, quali la disorganizzazione, la discontinuità nell’autodisciplina, la tendenza a procrastinare.

Devo lavorare molto su questi aspetti perché non è tanto la carenza di tempo il problema principale, quanto le difficoltà che incontro nel gestirmi e l’altalenarsi dell’intensità della motivazione sui progetti a lungo termine. Probabilmente è questo che mi blocca per intraprendere la stesura di un romanzo nonostante abbia molte storie in mente, una delle quali già abbastanza strutturata e definita. A volte penso che avrei bisogno di un mentore severo e tutt’altro che indulgente che mi stia col fiato sul collo per indurmi a rendere di più e meglio. A quel punto sono certa che diventerei molto più produttiva, rigorosa e diligente.

Quanto c’è di Sonia in queste poesie?

C’è la Sonia più fragile e al contempo la più agguerrita nel difendere un ideale. Ci sono nudità intime, imperfette ma sincere, autentiche, che non mi vergogno di mostrare perché reali. Sono miei i fallimenti e le utopie. Ci sono emozioni vissute e immaginate. Ci sono anche parti di me che nemmeno conoscevo. Insomma, ci sono le mie profondità in tutte le loro contraddizioni. Se riuscirò a raggiungere tramite le mie emozioni altre storie, altre vite, altre menti, allora tutto questo migrerà, si trasformerà e acquisirà nuovi significati, in modi imprevisti e imprevedibili.

Come nasce la Sonia scrittrice?

L’amore per la scrittura e per i libri mi è stato trasmesso da mia madre; sono doni preziosi. La scrittura intesa come processo creativo e costruttivo, un atto che diventa parte integrante della vita, si è evoluto nel tempo. Scrivere è stato terapeutico, catartico, in un momento delicato della mia vita mi ha aiutata ad ascoltarmi e a scavare a fondo, permettendomi di capire chi fossi e quanta forza avessi.

Si scrive per i motivi più disparati, più o meno consci delle proprie motivazioni. Per me è sia un piacere, talvolta persino un gioco, che un’opportunità per indagare il mondo fuori e dentro di me, uno strumento necessario e tutt’altro che indolore. È un faro che mi conduce a smarrirmi e a ritrovarmi in ogni storia. La scrittura è un atto vitale che mi nutre e mi sostiene. Non riesco a immaginarmi senza. Farlo con rigore, concentrazione e impegno sempre crescenti è adesso il mio obiettivo. Forse il più arduo.

Com’è il giorno dopo aver vinto un premio?

Svegliarsi è già di per sé una splendida sensazione. Svegliarsi il giorno dopo aver vinto un premio letterario è qualcosa di… magico. Ecco, questo è il termine giusto secondo me. Ci si sente leggeri, frizzanti, e una fonte di energia ci attraversa e si espande per raggiungere anche chi ci sta accanto. Ha il sapore della gioia. Oltre all’indiscutibile apporto di autostima e di gratificazione che una vittoria porta con sé, spingendo a proseguire, c’è la conferma che ciò che si è fatto ha un valore per gli altri.

E allora, visto che scrivere è condividere, approfittiamo per leggere le liriche di Sonia ed entrare a far parte dei suoi mondi.

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